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Claudio Magnani




MAS 15
Un altro bel modello del nostro Claudio, che supera se stesso nella descrizione e, sia pur non arrivando ad un vero e proprio passo passo, ci regala una eusastiva disanima del pezzo. Come è, poi, nel suo stile, sembra non prendersi mai troppo sul serio, in realtà, però, produce sempre serissimi ed eccellenti modelli navali.
V.
Descrizione
MAS 15 - cant.S.V.A.N. di Venezia, varato 1916, radiato 16-6-1936, attualmente conservato al sacrario delle bandiere a Roma.principali caratteristiche : scafo in legno, l.f.t m 16, disl. tonn 12,3
2 motori Isotta Fraschini da 225 cv, 2 motori elettrici 10 cv, vel. max 24 nodi, armamento 2 siluri da 450 mm, 1 o più mitragliere Colt da 6,5 mm, equipaggio 8 uomini.
Il mas 15 è conosciuto per aver affondato (al comando del tenente L. Rizzo ) il 10 giugno 1918, la corazzata Austriaca Szent Istvan al largo di Premuda.
lo scafo : il modello è in scala 1:28, la costruzione è a ordinate e fasciame, con la variante di due semiscafi uniti successivanente, rinforzato con garza incollata all'interno e poi spalmata con resina poliestere che travasa da un lato all'altro, in modo da rendere monolitico il tutto, oltre a impedire il movimento del fasciame composto da listelli di tiglio da 2x4 mm, dalle foto si vede chiaramente il risultato.
Spazio



Motore isotta fraschini da 225 cv, di questo  ho trovato poche foto, ma visto che a modello finito si vedranno a malapena, sono sufficienti per imbarcarsi nella loro costruzione.
Come si vede dalle foto il corpo è realizzato in legno, tutte le altre parti (eccetto il collettore degli scarichi ,realizzato in plastica con avanzi dei telai delle scatole  ) sono in ottone, dove necessario saldate a stagno, per eliminare la venatura del legno, ho dato qualche passata di turapori alla nitro, quindi stucco spry, infine , sempre a spruzzo, la pitturazione finale, per quanto mi riguarda per la realizzazione di molti particolari , è praticamente indispensabile l'uso del tornio a metallo.
Come si può vedere la riproduzione non è estremamente curata, ma io ho una mia filosofia "tutto quello che non serve non si fa" e visto che i motori, come gia detto, si vedono appena, non ho sprecato tempo.
Spazio



I siluri erano da 450 mm, prodotti in Italia, il corpo è in legno di pero, particolarmente adatto da lavorare per la sua grana molto compatta, la parte finale che comprende pinne, timoni ed eliche è  d'ottone con i vari pezzi (circa 20) saldati a stagno, sulla parte in legno il solito turapori, quindi su tutto stucco spry, infine una spruzzata di vernice oro, per smorzare il colore, evidentemente troppo vistoso,ho dato una passata di mordente ad alcool color noce ottenendo una colorazione passabile ( i siluri erano costruiti con una lega particolare di bronzo, che si presume si ossidasse in poco tempo perdendo la lucentezza, inoltre presumo che venissero spalmati di grasso, scurendo ancora). I siluri conservati al museo navale Della Spezia hanno questa colorazione molto scura.
Spazio



Tenaglie di sgancio siluri. Questi sono due pezzi particolarmente impegnativi, come si vede dalle foto è tutto ottone con vari pezzi saldati tra loro, sempre a stagno,purtroppo di quest'apparecchiatura non ho trovato nesun disegno, quindi mi sono dovuto basare solo sulle foto trovate in internet, il risultato è passabile, non certo perfetto, anche in questo caso ribadisco la necessità di adoperare il tornio, che ritengo indispensabile.
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Mitragliatrce, timone , ancora. Cominciamo con la mitragliatrice, come si vede dalle foto, anche in questo caso, la base è l'ottone saldato, sempre a stagno, il calcio è di pero come il serbatoio per il liquido di raffreddamento, la serpentina della canna, filo di rame di diametro adeguato, per l'ancora le foto si spiegano da sole, il volante è composto da un mozzo sul quale, dopo aver fatto i 4 fori ho saldato le  razze, il tutto saldato sull'anello e poi rifinito con mini mole, la pala non merita grandi spiegazioni, i cardini sono formati da spezzoni di barra forata, saldati su una piattina e poi rifiniti.
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Modello finito. come si vede dalle foto, il modello è piuttosto poverello, comunque sia penso che sia riuscito un pezzo dignitoso, senza troppe pretese, del resto i disegni dai quali sono partito, ovvero quelli editi da A.N.B. ricavati da piani di cantiere, sono ridotti all'osso, e anche da internet non si ricava tantissimo, bisognerebbe rilevare lo scafo conservato al sacrario delle bandiere a Roma, impresa che ritengo ardua, ed anche cosi non si sarebbe sicuri al cento per cento, visto che molti pezzi originali hanno subito modifiche nel corso degli anni oltre a perdere spesso pezzi per strada.
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