Valter Borghini
Parte prima
Storia e descrizione
Introduzione
Questo passo passo è dedicato alla realizzazione di un bellissimo busto prodotto dalla casa francese Le Cimier.
La scultura è stata meravigliosamente realizzata dal francese Jean-Marie Danel in cinque mesi di paziente lavoro, che hanno permesso all'autore di produrre, come si potrà vedere, una vera e propria opera d'arte modellistica.
Il busto rappresenta un cavaliere del cinquecento, Italiano, in armatura da parata. Il riferimento all'Italia è ovvio, visto che in quel periodo, il nostro paese, era al vertice, in Europa, nella produzione di queste straordinarie armature.
A questo proposito, prima di passare alla descrizione della mia realizzazione, credo che sia utile e anche interessante, fare un piccolo inquadramento storico e soprattutto vedere, dato che alcune di queste corazze sono tutt'ora perfettamente conservate, come si presentano nella realtà.
Cenni storici
Sotto l'influsso rinascimentale, parallelamente alla costruzione di corazze da guerra vere e proprie, più sobrie e meno ricche di decori, che venivano prodotte anche in grande numero, in maniera quasi industriale, per esigenze militari, nel XVI secolo si sviluppò, principalmente a Milano, e si portò ai massimi livelli, anche con il recupero e lo studio dei modelli antichi, soprattutto romani, la realizzazione di armature straordinariamente raffinate, ricche di decori e sculture, destinate ad esaltare il prestigio, la ricchezza o il potere di chi le indossava. Pur potendo essere usate anche in guerra, conservavano infatti tutte le necessarie caratteristiche difensive, erano realizzate per le parate e i trionfi dei nobili personaggi.
Queste armature venivano realizzate in acciaio lavorato a sbalzo, finemente cesellate, molto spesso damascate (damaschinate), cioè, vi venivano applicati degli inserti metallici in oro e argento, che andavano ad impreziosire il lavoro di cesello, e per mettere ancor più in risalto i raffinati decori, le parti lisce dell'acciaio, facenti da sfondo, venivano brunite in tonalità dal blu scuro al nero.
Fra i numerosi artisti che si dedicarono alla costruzione di queste armature, spicca il nome del milanese Filippo Negroli (circa 1510-1579), considerato, probabilmente, il massimo realizzatore di questi straordinari oggetti, alcuni di questi, usciti dalla sua armeria, commissionati da importantissimi personaggi dell'epoca, si conservano ancora in vari musei, come questa "bourguignotte" (Foto 1,2) realizzata per l'imperatore CarloV nel 1533
assieme a questo scudo con la testa di leone(Foto 3), conservati alla Real Armería di Madrid
sempre per Carlo V, Negroli realizza altri due scudi raffiguranti la medusa, uno, meraviglioso del 1541(Foto 4,5 ) conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna
e quest' altro sempre del 1541(Foto 6,7,8) ancora più bello, forse il suo capolavoro, realizzato con l'aiuto del fratello Francesco, autore della bellissima damascatura.
I due fratelli Negroli, sono autori, sempre per Carlo V di questa bourguignotte del 1545(Foto 9) conservata alla Real Armeria di Madrid.
Una bourguignotte ancora più elaborata, realizzata da filippo Negroli nel 1543 è questa (Foto 10,11), conservata al Metropolitan Museum di New York ,quest'opera fu citata dai cronisti dell'epoca come "miracolosa", fu infatti realizzata dal Negroli da un'unica lastra di acciaio, lavorata a sbalzo con motivi in alto rilievo ispirati all'arte classica.
Un'altra stupenda corazza custodita al Metropolitan di NY è questa (Foto 12), realizzata da Giovanni Paolo Negroli, cugino di Filippo.
Oltre ai Negroli, molti altri artisti-artigiani italiani, soprattutto milanesi, acquisirono fama e notorietà, fra i più noti, Pompeo della Cesa, Giovan Battista Panzeri detto Zarabaglia autore nel 1559 di questa armatura (Foto 13) per Ferdinando II Arciduca del Tirolo, valutata all'epoca 2600 scudi, la cifra più alta, pare, mai pagata per una armatura, conservata anch'essa al Kunsthistorisches Museum di Vienna
cosi come nello stesso museo è conservata quella che è considerata una delle più belle armature del cinquecento (Foto 14,15,16,17,18), attribuita a Lucio Marliani detto il Piccinino e realizzata tra il 1570-1580 per Alessandro Farnese Duca di parma e Piacenza. E' questa autentica meraviglia che ho usato come modello e riferimento, ovviamente inarrivabile, per la pittura del mio busto.
Descrizione del modello
Si tratta di un modello in resina in scala 1/6.
Nella bella scatola sono presenti 11 parti da assemblare ( una parte in realtà è in metallo, si tratta della lingua del drago). La parte principale è costituita dalla figura del cavaliere, a cui vanno aggiunte due spalliere a quarto di circonferenza, una testa di donna e un drago, da posizionare sulla cresta della bourguignotte, composto da un corpo, due ali grandi, due ali piccole, una coda e la lingua in metallo.
Come dicevamo si tratta di un pezzo notevole e di grande impatto visivo, dove lo scultore Jean-Marie Danel, oltre ad aver realizzato una figura di cavaliere molto bella, con un volto convincente e realistico, si è profuso nella applicazione di una miriade di preziose e raffinate decorazioni , costituite da figure e animali mitologici, delicati intrecci di vegetali, complessi arabeschi, tutte dettagliate con arte minuziosa e infinita pazienza, un imponente lavoro al quale le foto, faticano a rendere giustizia.
Di fronte ad un pezzo di simile qualità, viene, naturalmente, una gran voglia di iniziare a dipingerlo, ma al contempo, la preoccupazione, giustificata, di rovinarlo con la nostra pittura fa un po' da freno, si intuisce, infatti, fin da subito, che portare a termine il lavoro non sarà una passeggiata e con risultati tutt'altro che prevedibili.
Ovviamente ho chiamato lavoro quello che in realtà , per noi, è un piacevole hobby, quindi vinti rapidamente i timori iniziali e dopo svariati giorni di "faticoso divertimento" sono riuscito a vedere, con le ultime diottrie rimastemi, il pezzo finito.
Le parti del busto