Piergiorgio Lanzini
Nina
CARAVELLA al seguito della nave ammiraglia:
S A N T A M A R I A
della flotta di :
CRISTOFORO COLOMBO
Fu armata, assieme alla PINTA nel porto di PALOS,città portuale della SPAGNA, sull'oceano ATLANTICO, dalla famiglia N I N O.
Il modellino, in scala 1/65, si basa su ricerche fatte da:
JOSE' MARIA MARTINEZ HIDALGO e da
LUIS LOPEZ MARTINEZ.
Essi ritenevano che le dimensioni originali fossero le seguenti:
-lunghezza max. Mt 21,40
-larghezza max. Mt 6,28
-lunghezza chiglia Mt 15,55
-dislocamento ton 100,30
-superficie velica mq 176,85
-equipaggio uomini 17
Pinta
La prima CARAVELLA al seguito della nave ammiraglia:
SANTA MARIA
della flotta di:
CRISTOFORO COLOMBO.
Fu armata a PALOS, città portuale della SPAGNA sull'oceano ATLANTICO, dalla famiglia
PINZON.
Secondo il diario di bordo di COLOMBO, fu da questa nave che l'uomo sulla coffa,verso le due del mattino del 12 Ottobre 1492,gridò:
"TERRA".
CRISTOFORO COLOMBO finalmente aveva coronato il suo sogno.
La costruzione del modellino, in scala 1/65, fa riferimento a ricerche fatte da:
JOSE' MARIA MARTINEZ-HIDALGO e da
LUIS LOPEZ MARTINEZ.
Essi ritenevano che le dimensioni originali fossero le seguenti:
-lunghezza massima Mt 22,75
-larghezza massima Mt 6,60
-lunghezza chiglia Mt 16,12
-dislocamento ton 115,50
-superficie velica mq 186,62
-equipaggio uomini 17
Santa Maria
Il 12 OTTOBRE 1492 CRISTOFORO COLOMBO al servizi di FERDINANDO RE SPAGNA piantava la bandiera reale su un'isola di un mondo ancora sconosciuto chiamata dagli indigeni:
Guanhami
ribattezzata:
San Salvador.
I preparativi dell'impresa iniziarono a maggio del 1492 a PALOS città portuale dei:
PINZON e NINO
Famiglie che imposero il loro nome alle due caravelle al seguito della nave principale:
Santa Maria
che fu messa a disposizione da: JUAN DE LA COSTA.
Partito il 3 AGOSTO, dopo una navigazione piena di insidie, finalmente raggiunse terra.
Ritornò in SPAGNA nel marzo del 1493.
Non esistendo disegni e calcoli, la costruzione del modellino , in scala 1/50, si basa su ricerche e studi di CARACCHE fatta dagli studi archeologici di:
JOSE' MARIA MARTINEZ-HIDAGO e
LUIS LOPEZ MARTINEZ.
Essi ritengono che le dimensioni originali fossero le seguenti:
- lunghezza max. Mt 29,60
- larghezza max. Mt 7,96
- lunghezza chiglia Mt 16,10
- dislocamento Ton. 223,88
- superficie velica mq 269,65
- equipaggi0 uomini 28
Paranza
Barca principalmente adibita alla pesca che procedeva a " PARO ",cioè
affiancata ad altra PARANZA con rete a strascico.
Era presente sia nel Mar TIRRENO che nel Mar ADRIATICO.
Poteva, occasionalmente,essere utilizzata per trasporto merci , o per
piccolo cabotaggio.
Era un tipo di barca molto diffuso; nel censimento del 1897 ne risultavano
in ITALIA 1614.
I porti dove erano registrate erano quelli di:
LA SPEZIA, LIVORNO, NAPOLI, BARI e TRAPANI.
Le PARANZE erano di dimensioni diverse, risulta che intorno al 1850
si registrassero imbarcazioni da 10-11 Ton e da 28 -30 Ton con
eccezione di tre barche di BARLETTA molto più grandi.
La PARANZA tipica comunque era compresa tra 15-20 Ton.
.
La barca che " ENNIQUE" vide nelle acque della TUNISIA era quella
di T R AN I
battezzata:
"M A R I A , C O S T A NT I N O P O L I ".
La PARANZA pugliese ha uno scafo tondo, con basso rapporto tra lunghezza
e larghezza, e piatto.
Le dimensioni rilevate erano :
- Mt 12 di lunghezza
- Mt 4,2 di larghezza
- Mt 1,3 di puntale
- Mt 0,7 di pescaggio
-Ton 13 di stazza
-10 uomini più il mozzo.
Il timone era lungo Mt 4,55 e pescava molto più dello scafo. Si suppone che
che questa insolita proporzione fosse suggerita per contrastare la deriva
dell'una o dell'altra barca quando pescavano a PARANZA
Polacca
All' inizio del 1600, PANTERO PANTERA, uomo di mare e di armi tra i più esperti dell' epoca scriveva:
Le" POLACCHE "si usavano assai in ITALIA; sono di forma ben lunga e di
ragionevole larghezza. Portavano quattro vele: la MAESTRA
coll'albero di Gabbia alla QUADRA, la MEZZANA e il
TRICHETTO alla LATINA. Hanno una sola coperta.-
EDMOND DUNNER sosteneva che nel 1600 la POLACCA era un tipo di nave tra le più diffuse.
Tali navi erano impiegate principalmente nei traffici tra:
MARSIGLIA, GENOVA, LIVORNO, e la SPAGNA
potevano essere impiegate per il piccolo cabotaggio.
La POLACCA classica aveva a prua, sull'albero di TRINCHETTO, una vela LATINA; l'albero di MAESTRA portava tre vele quadre:
"TREVO,GABBIA,e VELACCIO"
infine l'albero di MEZZANA aveva una vela LATINA e una vela di GABBIA quadra.
Si suppone che la rapida scomparsa di queste imbarcazioni sia dovuta alla diffusione della nuova generazione di velieri a due alberi:
"BRIGANTINI e GOLETTE".
Il modellino riprodotto, in scala 1/50, si riferisce ad una imbarcazione VENEZIANA utilizzata principalmente nei traffici commerciali con i paesi del MEDITERRANEO ORIENTALE.
Schifetto di Carloforte
Si tratta di una piccola imbarcazione che era presente nell'isola SARDA
SAN PIETRO
in provincia di CAGLIARI, alla fine del milleottocento.
Imbarcazione con una sezione molto stellata.
Secondo alcuni studiosi di tradizioni, lo SCHIFETTO rappresenta una versione più piccola del BATTELLO al quale assomiglia ad eccezione per le dimensioni e per l'accentuata sellatura.
Si ritiene che questa imbarcazione fosse usata particolarmente per la pesca dell'aragosta.
Sotto coperta, al centro dello scafo, esisteva una capiente tinozza colma di acqua di mare idonea a tenere vive le aragoste pescate
Degli SCHIFETTI ne è sopravissuto solo un esemplare:
" il LIMA"
che fu realizzato da:
PASQUALE BIGGIO nel 1933,
Attualmente nel porto di CARLOFORTE.
Ora sono state ricostruite delle repliche usate principalmente per le regate
Il modellino riprodotto in scala 1/24,5 si riferisce a una barca la cui lunghezza è di Mt. 6,20.